1. |
ambarabaciccicoccò
04:32
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Un pò di tempo fa quando ancora
la depressione non era una malattia
e si mandava via pregando la Madonna e cantando le canzoni di San Remo
che però cantava ambarabaciccicoccò...
La figlia del dottore - gambe secche
e tacchi a spillo - la dava sempre via
per rabbia o per magia, e il suo ragazzo Davide aveva sempre l'ulcera e malediva il giorno in cui l'hanno arruolato in polizia...
Davide aveva due curiosi baffi e un pizzo
e correva già da un pezzo
“ordinaria amministrazione” si diceva inseguendo un messicano, la pistola nella mano nella testa una foresta di paure e frustrazioni...
E lui Chichito detto Testa di Serpente
correva tra la gente e ogni tanto
si voltava per guardare quello strano poliziotto con la barba che gli urlava
“fermati bastardo ho una mira eccezionale”!
E già la luna cominciava a venir su inchiodate al cielo blu le stelle
come tante caramelle promettevano scintille e le più belle indicavano la strada dell'emisfero Nord...
E in quello spazio sconfinato, un pinguino innamorato che scriveva con il sangue le sue lettere d'amore mentre attorno sette suore
recitavano il rosario e correggevano le bozze
dieci all'ora il tariffario...
E Chichito pregava pregava
ambarabaciccicoccò
ma non sapeva le parole
confondeva pure i santi con il volto dei passanti
e invece di andare avanti quello dietro casa-chiesa chirichetto esemplare dunque cominciò a sparare...
Pallottola pallottola pallottola
pallottola di fuoco che pensavo fosse un gioco pallottola di lato “Dio perchè mi hai abbandonato” pallottola di striscio, pallottola nel cuore
che fa male e fa morire...
Mio dio mio dio mio dio, finalmente ti conosco
e guarda in che bel posto mi sono sistemato,
qui c'è un angelo ammaestrato che provvede alle provviste e alla mattina tre cubiste
che mi leggono il giornale...
E un po' di tempo fa quando ancora
la depressione non è una malattia
e si mandava via pregando la Madonna e cantando le canzoni di San Remo
che però cantava ambarabaciccicoccò...
La figlia del dottore - gambe secche
e tacchi a spillo - continuava a darla via
per rabbia o per magia, il suo ragazzo Davide un'ulcera perforante se l'è portato via...
uno di meno in polizia!
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2. |
fondamenta nani
03:12
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Rapida fuga, essere tempo
strappo di cielo, che passi di qui passami il sale che tieni sugli occhi aprili/chiudili in quelli miei.
Certi pensieri sono distanze della paura diventano metro, come il respiro in un'agonia come il vibrare di una ragnatela,
ma tu dammi la tela e prendi la mano che si e posata vicino la tua,
rapida fuga, foschia di settembre camicia di forza alla finestra in estate.
Noi nani guardiamo volare gli uccelli
e puoi essere madre, fiore, e puoi essere vento.
Penombra che danza respiro a distanza.
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3. |
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4. |
le nozze
04:14
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Nozze di Paolo e Francesca
aria di festa nella mia testa.
Ecco che inizia la danza,
dentro la stanza mazurche e valzer.
Le coppie mi giran davanti
tutti eleganti ballano anche i lenti, qualcuno con un aria distratta
e una voglia matta di andare a dormire.
E io alzo il bicchiere
per deformazione professionale,
mi sono pure travestito
e ho messo il vestito per l'occasione,
ma non sono cambiato
e ho sempre sul viso uno strano sorriso
e in preda a mille elucubrazioni
ho gia capito che sono un drogato.
Ma in fondo nulla e cambiato
e domani senz'altro avro un ricordo sfuocato...
Dello sposo che non trova l'anello
di sua nonna che piange mentre ride il fratello, del prete che si e autoinvitato
sei porzioni di torta ha ingurgitato.
Eppoi arrivano i regali
i bambini sudati, i sorrisi cordiali...
e qualcuno che con gli occhi nervosi
ha fatto un discorso e ha detto “Viva gli sposi”.
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5. |
il sole dei morenti
03:10
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C'è chi cerca fantasmi senza rischi di sorta
chi si stringe la mano da solo
cosciente che la mano sia morta.
E cammina leggero come un fulmine d'ira a sera spesso gli è indifferente star dentro a un bordello o stare in galera.
E vola sui tappeti grigi quando è notte e spavento si procura un compagno e nell'orecchio
gli soffia il suo vento...
Vuoi danzare con me, stasera
lo sai, io danzo alla rovescia
è una danza bislacca
tu fai la musica io faccio l'orchestra.
E venne una signora
un diamante e un infarto tra i denti
se ne andavano tra il lutto e l'abbaglio proprio come due soli morenti.
E salute ai vignaioli
delle valli gaudenti di Francia
ladri e truffatori per loro
il più è riempirsi la pancia.
E tra gli specchi
i fiori spenti di una camera a ore lei esalò l'ultimo affanno e disse “in fondo, non c'è morte migliore”. E la città splendeva
in un'alba siderale
sul letto sfatto la morte
pareva proprio una Madonna di sale.
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6. |
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7. |
via orfeo
06:01
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Tu chiamala carota, tu chiamala per nome
e chiamala farfalla lei gioca a volar via...
e piove un po' per noia gatti e cani di Via Orfeo mi vende le cipolle un tale di nome Zebedeo
il fiore all'occhiello della meteorologia
luna crescente, crauti, libeccio e così via...
E il vino, il vino, il vino, signora lacrimosa,
di madre, terra, cenere, mia crisi, gioia e sposa
e tu da sola in casa che ascolti Radio 3
che cerchi la cartaigienica e ti accorgi che non c'è.
Ma adesso basta è tardi e non ho voglia di star male indosso la camicia rossa che stasera si va a cantare.
La gente non si accorge che ci hanno massacrati
con gli orologi a pendolo e con le banche e coi peccati.
E tu chiamala carota, tu chiamala anarchia
e chiamala farfalla lei prende e porta via,
si ride per non piangere gatti e cani di Via Orfeo la gioia è una ciliegia rubata a Zebedeo.
Si ride per non piangere, finestre di Via Orfeo
la vita è una bambina che canta Marameo.
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8. |
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Giunti al gran finale
di questa scialba fantasmagoria c'è il convitato di pietra
c'è pure l'arma della polizia. “Commissario lo giuro (e lo nego) le procedure non sono il mio forte ma questo fare marziale che avete deprime ancora più della morte.
E allora canto da me, stasera c'è la festa della vanità produci consuma crepa,
una risata vi seppellirà”.
E la città splendeva
di una luce siderale
sul letto sfatto la morte
pareva proprio una Madonna di sale.
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9. |
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10. |
conchiglia
02:41
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La notte vegliavo di giorno sognavo
un sistema operativo: Cataratto e ginseng.
Le Isole Eolie sembravano il Messico che era lontano ma mi dava la mano altrimenti cadevo
e dipingevo i fondali con le corone di stelle
che guardavo con te...
Con te che non ci sei piu con te che non ci sei piu
E tu che dicevi "il fumo aumenta il rischio di impotenza,
il fumo uccide, smetti subito,
il fumo del tabacco contiene oltre 70 sostanze cancerogene". E io rispondevo "gente che vive per sentito dire,
queste nuvole son le mie pupille, i miei calzoni
queste nuvole affacciano su un mare senza nuvole..."
Con te che non ci sei piu con te che non ci sei piu
E mi viene da dire a un gatto che passa,
a un pero che cresce, a un fritto di pesce
che tu non ci sei...
E quando vuoi chiama e quando vuoi chiama anche solo per stare in silenzio al telefono, conchiglia.
E quando vuoi chiama e quando vuoi chiama anche solo per stare in silenzio al telefono, conchiglia.
Con te che non ci sei piu con te che non ci sei piu
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11. |
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12. |
da dove sto chiamando
03:53
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Da dove sto chiamando c'è un quotidiano aperto
un letto ancora sfatto, un muro, un tetto e nel cassetto
c'è un guscio di lumaca che mi hanno regalato
una finestra aperta che riprendo un poco il fiato.
È tempo di porcini, di serpenti di luce,
la terra li produce a mezzogiorno eppoi la notte
risalgono cascate, filari di vendemmie
e i canti e le bestemmie di sorelle molto belle...
Da dove sto chiamando si mangiano ciliegie
si prende a far l'amore nelle chiese, dentro ai bar
si allevano i bambini col vino e coi pistacchi
e con le automobili in prevalenza si gioca a scacchi:
la torre e la regina, l'al fiere con la tromba
da dove sto chiamando è la mia tomba
e tu che piangi sulla mia fotogra fia ma che amore di ragazza pensare che tua zia è qui con me e si sollazza
per tutto il pomeriggio si vede spettinata
e si vergogna un po' ma è proprio bella così impacciata... Da dove sto chiamando passa un'aria fredda
e il sogno è un susseguirsi di un attimo che resta:
pulviscolo spaziale, pienezza universale
e quello che rimane è solo un po' di vanità.
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13. |
quinto innesto - amelie
01:52
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Era inverno ma c'era il sole sui sentieri le prime viole era inverno ma nei giardini c'era il vento tra i gelsomini.
C'era il sole e c'era il vento sopra il prato dietro al convento ci sorpresero le campane
tu regina del mio reame.
Elodie Elodie
gli occhi d'oro e troppi sì Elodie Elodie
io ti penso, sei sempre qui.
E fu il tempo delle farfalle bianche, azzure, nere, gialle... e fu il tempo degli aquiloni sopra il cielo e le stagioni.
E fu il tempo dei melograni, gigli rosa tra le tue mani
poi partirono gli uccelli
fiori e vento nei tuoi capelli.
Amelie Amelie
occhi d'oro e troppi sì Amelie Amelie
io ti penso, sei sempre qui.
Tu partisti quel dì lontano cuore in gola, valigia in mano... c'era vento su quel traghetto pochi soldi dentro al tuo petto. Mille strade ma senza amore sempre freddo in fondo al cuore e la sera al chiar di luna
non si ferma la fortuna.
Amelie Amelie
occhi d'oro e troppi sì Amelie Amelie
io ti penso, sei sempre qui.
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14. |
michelle
05:20
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Il controllo di palla è un poco carente se si impegnasse potrebbe fare di più che stare a guardare i cerchi girare con mamma in balcone a cantare "Michelle, ma belle".
Tu hai la pelle dei mazzi di carte e negli occhi hai il mare in risacca diventerai un baccalà,
t'inventerai la felicità.
Di sogno in sogno, la Terra è un alambicco del Sole distilla l'acqua di oceani e il sudore atomico
di cavallette inseguite da cani furiosi
che anche la bava poi torna alla terra
sotto forma di pioggia... e di Amaro del Capo!
Ti sei allenato, sei affogato ai bordi del carnevale nei Grand Hotel della schizofrenia vista mare, coi sensi di colpa a bagno maria nella nicotina
e tanti "grazie, ti voglio bene", da unire i puntini e venirsene a noia...
Che sarebbe stato francamente più edificante saper dare a chi di turno un caloroso e sacrosanto vaffanculo, gemelli, ascendente leone, milite esente,
dunque anche un poco coglione...
Sorvegliato speciale dalla costellazione del calamaro ripieno aria mercuriale, energia cosmica nello sfintere,
tarocco malocchio, granita al limone
il magico mondo della rivoluzione,
ora aperitivo, sociopatia portami via, dove la luna è anche un bottone
la premi e canta "Michelle, ma belle".
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Nino Scaffidi Bologna, Italy
Nino Scaffidi, 1977, siciliano trapiantato a Bologna.
Dopo varie esperienze in ambito musicale e di scrittura si
occupa principalmente della forma
canzone. Damsiano, sceneggiatore e copywriter, ha collaborato con Studio Azzurro per la
realizzazione di Fabrizio De Andrè – La Mostra (2009).
Vendemmiatore indefesso, colleziona conchiglie, sassolini cerchiati, gusci di lumache e radici di
parole...
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